domenica 24 dicembre 2006

L'ARTISTA DEL FUOCO FA PARLARE IL LEGNO

Presto in mostra le opere del poliedrico artista
LE MAGIE DI GALIA

L’arte che è linfa viva presente nell’uomo da sempre lo ha attraversato dalla mente al corpo al fine di lasciare una traccia di sé nell’opera concretizzata mediante l’espressione piena del proprio sentimento che, come acqua, passa da un punto all’altro della terra lasciando ovunque segni di fertilità.
Ma l’arte si può anche paragonare al fuoco che brucia e cambia in modo radicale le cose mettendo a nudo ogni parte nascosta.
E forse in questa ultima affermazione trova piena collocazione un artista reggino che, mediante una tecnica antica denominata “pirografia”, trasmette i propri sentimenti dalla mente al corpo e dal corpo al legno mediante un pirografo, ossia un elemento in ferro che brucia e cambia l’aspetto di una semplice ed insignificante tavola di legno.
Ma chi è quest’artista? Si chiama Silvio Galia, in arte SiGa, nato in San Pietro di Caridà (RC), il 5 aprile del 1940. Rimasto orfano a soli due anni Silvio cresce nel paesino d’origine con la madre che, nonostante le innumerevoli attenzioni, non poteva coprire il vuoto incolmabile della figura paterna da sempre mancata. E forse è stato proprio questo evento negativo a fare del piccolo Silvio già l’uomo che pensa e medita quando tutti giocano.
La campagna, il paesino e quant’altro scavano nella sua vita fino al punto di far sì che lui stesso scavi in sé stesso per colmate poi il proprio “io” mediante l’esternazione di quei sentimenti che vivevano là dove pochi possono entrare.
Proprio da questa introspezione si forma l’artista, il SiGa che riesce a mettere a nudo le cose e persino sé stesso per la grande voglia di vivere ed apparire come artista libero in tutto e per tutto.
Così inizia a dipingere e ad imparare la tecnica da autodidatta. Ma non è solo la pittura a renderlo capace di esprimersi. Il giovane Silvio aveva bisogno di altro. Ecco che le mani si immettono nell’argilla e nel legno. “Era un bisogno, afferma oggi SiGa, dovevo necessariamente sentire tra le mani la mia opera”. Insomma un bisogno innato di “fare” così come del resto poi nella vita professionale ricca di grandi soddisfazioni per l’impegno e la costanza profusa negli ambiti occupati.
Ma non è tutto. L’artista Galia va oltre. Va là dove i colori non giungono e dove la tela non serve. Le mani di SiGa si poggiano sopra il legno che in sé dice poco.
A questo, lui vuole trasmettere un linguaggio e soprattutto l’emozione, forse la stessa che accompagnava e accompagna SiGa nel cuore rimasto bambino come ai tempi di quando correva tra i vicoli del suo paese d’origine.
Come fa l’artista a “dipingere” sul legno? In realtà non dipinge, non usa colori ma solo un elemento in ferro rovente che brucia con abilità quanto serve per dare movimento alle forme fino al punto di realizzare opere di elevato valore artistico e tali da trasmettere all’uomo un messaggio profondo e ricco di emozioni.
Mani e mente bruciano il legno per mettere a nudo la parte nascosta di vite impossibili da raccontare così come quei tantissimi volti che “si mostrano” nel “non mostrare” il viso coperto da mani pesanti segnate dal duro lavoro dei campi svolto in questa terra di Calabria.
La collezione dell’artista Galia è tipica e caratteristica perché suddivisa per ambiti tematici. SiGa è l’artista che vuole dare risposta ad ogni cosa trasmettendo a quel legno la forza ed il coraggio del voler e saper affermare le proprie idee mediante l’esternazione dei sentimenti e quindi di ciò che più profondamente vive dentro l’artista.
Con la mano ferma e lo sguardo fisso Silvio Galia “disegna” col fuoco immagini intrappolate dalla memoria nel tempo, forse quelle che più lo hanno reso felice o forse quelle che più lo hanno fatto soffrire o forse tutto è una sintesi di tutto ed ogni cosa ha un posto ed un significato che solo l’artista sa collocare.
E proprio da questo si evince che SiGa non è solo l’artista ma anche e soprattutto l’uomo che sa scendere nel particolare con la sua arte per tradurre l’essenza della consapevolezza umana.
E’ quindi, l’artista che trasmette oggi un messaggio reale del presente che diventa passato col correre dei giorni che vivono con lui gli attimi della realizzazione delle opere.
Ed ogni opera ha qualcosa da raccontare: gioia, serenità, sofferenza o forse tutto un’insieme così come quando lo stesso artista si racconta in qualche opera con il solo scopo di trasferire non solo l’emozione che scorre in sé ma l’emozione che vive in sé.
Prossimamente l’artista SiGa esporrà anche all’estero ma ha promesso che prima di oltrepassare i confini italiani presenterà in esclusiva a Reggio le proprie opere.

Vincenzo Malacrinò

tratto da "il Quotidiano della Calabria" 15 Maggio 2006

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