lunedì 25 dicembre 2006

SILVIO GALIA VINCE IL PRESTIGIOSO PREMIO INTERNAZIONALE "ART HOWARD 2006"


L'artista Silvio Galia, in arte Si.Ga, vince il prestigioso premio Internazionale di Pittura, Scultura, Grafica e Fotografia "Art Howard 2006".
L'opera dell'artista intitolata "il disperato" riassume aspetti peculiari dell'"io" umano. Le mani che coprono il volto raccontano la vicenda di chi sottrae sè stesso agli altri e sè stesso a sè stesso.
L'opera dell'artista, che ora vive a Reggio Calabria, si trova esposta anche sul sito della Galleria "Arte Moderna Alba 2006" ed è visionabile dal sito

domenica 24 dicembre 2006

SILVIO GALIA AL XXIV "PREMIO FIRENZE 2006" - Grande successo per l'artista reggino

Verbale della Giuriadel XXIV "Premio Firenze 2006"Sezione Arti Visive

A Firenze, nei locali della redazione della rivista Eco d'arte moderna si è riunita la Commissione Giudicatrice del XXIV "Premio Firenze 2006" - Sezione Arti Visive -, composta da Paolo Baracchi, giornalista, presidente, Giusi Celeste, docente di materie artistiche, Roberta Fiorini, critico d’arte, Ugo Fortini, storico dell'arte, Lucia Mongardi, docente di pittura, Riccardo Saldarelli, già docente dell'Accademia di Belle Arti di Firenze e Pier Luigi Viti, docente di grafica d'arte, segretario.

La Giuria esprime massima soddisfazione per l’elevato aumento del numero dei partecipanti e l’alto livello generale delle opere presentate.
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Viene quindi presa in esame la Sezione Grafica, selezionando una prima rosa di nominativi: Andrea Avendano, Barbara Boretti, Grazia Canciullo, Celia Espinosa Coss, Silvio Galia, Alberta Gerard, Katrin Grote-Baker, Margaret Karapetian d’Errico, Hermelinda Leza Covarrubias, Giovanna Lorenzini, Jorge Molgora, Fabio Peruzzi, Marta Sarti, Alessandra Severgnini, Elio Terreni.
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La Commissione termina i lavori prendendo atto del successo della manifestazione, che anche quest'anno conferma la sua dimensione internazionale.
Visto, riletto e approvato
Paolo Baracchi, presidente
Giusi Celeste,
Roberta FioriniUgo Fortini,
Lucia Mongardi,
Riccardo Saldarelli,
Pier Luigi Viti, segretario

ALCUNE OPERE DI Si.Ga













LA FORZA DELLA MENTE NEL ROSSO DEL FUOCO

GALIA, IL CALORE DEL FUOCO AL POSTO DI COLORI E PENNELLI
Spesso siamo abituati ad ammirare quadri di validi autori, affreschi, sculture ed altre opere d’arte realizzati con pennelli, colori, scalpelli e quant’altro serve per la concretizzazione delle stesse ma poche volte ci siamo fermati ad osservare opere realizzate senza pennelli e senza tela, senza scalpello e senza spatola ma solo con il fuoco.
Proprio così esistono opere d’arte fatte col fuoco, col calore e con quanto l’effetto dello stesso riesce a trasferire sul legno che, abilmente, sostituisce la tela.
Si tratta di una tecnica particolare ed al tempo stesso difficile perché non vi sono colori che possono coprire o ritoccare. La mano deve essere ferma e la mente abile ad elaborare e a tradurre la forma ed il movimento che vive nella mente dell’artista.
Così si realizzano opere meravigliose e tridimensionali, opere che vivono tra la fotografia e la scultura, tra il dipinto e l’affresco, opere, insomma che fanno immergere l’uomo nel contesto riprodotto senza lasciare spazio a distrazioni.
L’artista capace di far parlare il legno con questa tecnica denominata “pirografia” si chiama Silvio Galia.
La tela ed il pennello vengono sostituiti dal legno e dal pirografo che, col suo calore, imprime la forza del sentimento che vive dentro il cuore e la mente dell’artista.
Le tavole di legno non sono più tali ma scenari di vita capaci di riassumere il vissuto di ogni giorno ed ancor più “la vita di una vita” e prima di tutto quella del tempo e del mondo che hanno visto lo stesso Galia attore e partecipe coraggioso di uno spaccato umano tutto da raccontare.
E proprio da questo si evince che SiGa non è solo l’artista ma anche e soprattutto l’uomo che sa scendere nel particolare con la sua arte per tradurre l’essenza della consapevolezza umana.
Galia, è quindi, l’artista che trasmette oggi un messaggio reale del presente che diventa passato col correre dei giorni che vivono con lui gli attimi della realizzazione delle opere.
Ed ogni opera ha qualcosa da raccontare: gioia, serenità, sofferenza o forse tutto un’insieme così come quando lo stesso artista si racconta in qualche opera con il solo scopo di trasferire non solo l’emozione che scorre in sé ma l’emozione che vive in sé.
Silvio Galia, ancor prima di essere l’artista è quindi l’uomo che sperimenta dentro se stesso i sentimenti; gli stessi che vengono poi dipinti sul legno attraverso il fuoco che segna le cose così come la vita di ciascuno.
L’artista è quindi l’uomo del racconto, della narrazione e della sintesi di tutto un mondo che lo ha e che ha conosciuto ma è anche l’uomo che sintetizza sé stesso in quel “SiGa” che ha scelto come suo nome d’arte.
Nato a San Pietro di Caridà (RC), il 5 aprile del 1940 sin da piccolo conosce il significato dell’essenziale essendo rimasto orfano a soli due anni. Questo vuoto, coperto con grande amore dalla madre ha comunque segnato l’esistenza di SiGa fino al punto di cercare sempre e dentro di sé quella figura e quel riferimento importante ed indispensabile per ogni uomo.
Così, le giornate di Silvio lo formavano al futuro e alla vita che lo avrebbe atteso in mezzo a tanti sacrifici per essere poi punto di riferimento di altri.
La vita umana e professionale di SiGa è un continuo “dare” un immenso “regalo” di sé stesso senza mai contare nulla e niente.
Gli alti traguardi raggiunti nella vita umana e professionale sono stati frutto di vera passione e di grande dedizione; di serietà e di costanza così come le sue stesse opere che si aprono al mondo con il solo scopo di raccontare una sua parte con grande chiarezza.
L’essenza scava nelle opere di SiGa così come anche nella sua vita fino al punto di riuscire a scavare dentro sé stesso per colmate il proprio “io” mediante l’esternazione di quei sentimenti che vivono là dove pochi possono entrare.
Galia discute e si discute, analizza e si analizza, colora e non colora, modella e non modella. Insomma è un vero artista dalle innumerevoli capacità. E’ poliedrico.
Da giovane Silvio Galia ha amato l’arte nelle sue diverse forme. Ecco che le mani si immettono nell’argilla, nei colori, nei pennelli e solo successivamente nel pirografo.
Insomma una tecnica tutta da gustare e tutta da scoprire o meglio da vedere dal momento che l’artista Silvio Galia vive a Reggio Calabria nonostante spesso si trova impegnato per mostre fuori regione e fuori Italia.






Tratto da "Il Quotidiano della Calabria" anno 2006, domenica 18 giusgno

IL FUOCO TRA LE MANI DI UN ARTISTA



Si chiama Silvio Galia, l’artista capace di far parlare il legno attraverso una tecnica molto antica denominata “pirografia”.
La tela ed il pennello vendono sostituiti dal legno e dal pirografo che, col suo calore, imprime la forza del sentimento che vive dentro il cuore e la mente dell’artista.
Le tavole di legno non sono più tali ma scenari di vita capaci di riassumere il vissuto di ogni giorno ed ancor più “la vita di una vita” e prima di tutto quella del tempo e del mondo che hanno visto lo stesso Galia attore e partecipe coraggioso di uno spaccato umano tutto da raccontare.
Silvio Galia, ancor prima di essere l’artista è l’uomo che sperimenta dentro se stesso i sentimenti; gli stessi che vengono poi dipinti sul legno attraverso il fuoco che segna le cose così come la vita di ciascuno.
Galia è quindi l’uomo del racconto, della narrazione e della sintesi di tutto un mondo che lo ha e che ha conosciuto ma è anche l’uomo che sintetizza sé stesso in quel “SiGa” che ha scelto come nome d’arte.
Nato a San Pietro di Caridà (RC), il 5 aprile del 1940 sin da piccolo conosce il significato dell’essenziale essendo rimasto orfano a soli due anni. Questo vuoto, coperto con grande amore dalla madre ha comunque segnato l’esistenza di SiGa fino al punto di cercare sempre e dentro di sé quella figura e quel riferimento importante ed indispensabile per ogni uomo.
Così, le giornate di Silvio lo formavano al futuro e alla vita che lo avrebbe atteso in mezzo a tanti sacrifici per essere poi punto di riferimento di altri.
La vita umana e professionale di SiGa è un continuo “dare” un immenso “regalo” di sé stesso senza mai contare nulla e niente.
Gli alti traguardi raggiunti nella vita umana e professionale sono stati frutto di vera passione e di grande dedizione; di serietà e di costanza così come le sue stesse opere che si aprono al mondo con il solo scopo di raccontare una sua parte con grande chiarezza.
L’essenza scava nelle opere di SiGa così come anche nella sua vita fino al punto di riuscire a scavare dentro sé stesso per colmate il proprio “io” mediante l’esternazione di quei sentimenti che vivono là dove pochi possono entrare.
Galia discute e si discute, analizza e si analizza, colora e non colora, modella e non modella. Insomma è un vero artista dalle innumerevoli capacità. E’ poliedrico.
Da giovane Silvio Galia ha amato l’arte nelle sue diverse forme. Ecco che le mani si immettono nell’argilla, nei colori, nei pennelli e solo successivamente nel pirografo.
<>.Insomma una tecnica tutta da gustare e tutta da scoprire o meglio da vedere dal momento che l’artista Silvio Galia vive a Reggio Calabria nonostante spesso si trova impegnato per mostre fuori regione e fuori Italia.


Pubblicato su "il Quotidiano della Calabria"

L'ARTISTA DEL FUOCO FA PARLARE IL LEGNO

Presto in mostra le opere del poliedrico artista
LE MAGIE DI GALIA

L’arte che è linfa viva presente nell’uomo da sempre lo ha attraversato dalla mente al corpo al fine di lasciare una traccia di sé nell’opera concretizzata mediante l’espressione piena del proprio sentimento che, come acqua, passa da un punto all’altro della terra lasciando ovunque segni di fertilità.
Ma l’arte si può anche paragonare al fuoco che brucia e cambia in modo radicale le cose mettendo a nudo ogni parte nascosta.
E forse in questa ultima affermazione trova piena collocazione un artista reggino che, mediante una tecnica antica denominata “pirografia”, trasmette i propri sentimenti dalla mente al corpo e dal corpo al legno mediante un pirografo, ossia un elemento in ferro che brucia e cambia l’aspetto di una semplice ed insignificante tavola di legno.
Ma chi è quest’artista? Si chiama Silvio Galia, in arte SiGa, nato in San Pietro di Caridà (RC), il 5 aprile del 1940. Rimasto orfano a soli due anni Silvio cresce nel paesino d’origine con la madre che, nonostante le innumerevoli attenzioni, non poteva coprire il vuoto incolmabile della figura paterna da sempre mancata. E forse è stato proprio questo evento negativo a fare del piccolo Silvio già l’uomo che pensa e medita quando tutti giocano.
La campagna, il paesino e quant’altro scavano nella sua vita fino al punto di far sì che lui stesso scavi in sé stesso per colmate poi il proprio “io” mediante l’esternazione di quei sentimenti che vivevano là dove pochi possono entrare.
Proprio da questa introspezione si forma l’artista, il SiGa che riesce a mettere a nudo le cose e persino sé stesso per la grande voglia di vivere ed apparire come artista libero in tutto e per tutto.
Così inizia a dipingere e ad imparare la tecnica da autodidatta. Ma non è solo la pittura a renderlo capace di esprimersi. Il giovane Silvio aveva bisogno di altro. Ecco che le mani si immettono nell’argilla e nel legno. “Era un bisogno, afferma oggi SiGa, dovevo necessariamente sentire tra le mani la mia opera”. Insomma un bisogno innato di “fare” così come del resto poi nella vita professionale ricca di grandi soddisfazioni per l’impegno e la costanza profusa negli ambiti occupati.
Ma non è tutto. L’artista Galia va oltre. Va là dove i colori non giungono e dove la tela non serve. Le mani di SiGa si poggiano sopra il legno che in sé dice poco.
A questo, lui vuole trasmettere un linguaggio e soprattutto l’emozione, forse la stessa che accompagnava e accompagna SiGa nel cuore rimasto bambino come ai tempi di quando correva tra i vicoli del suo paese d’origine.
Come fa l’artista a “dipingere” sul legno? In realtà non dipinge, non usa colori ma solo un elemento in ferro rovente che brucia con abilità quanto serve per dare movimento alle forme fino al punto di realizzare opere di elevato valore artistico e tali da trasmettere all’uomo un messaggio profondo e ricco di emozioni.
Mani e mente bruciano il legno per mettere a nudo la parte nascosta di vite impossibili da raccontare così come quei tantissimi volti che “si mostrano” nel “non mostrare” il viso coperto da mani pesanti segnate dal duro lavoro dei campi svolto in questa terra di Calabria.
La collezione dell’artista Galia è tipica e caratteristica perché suddivisa per ambiti tematici. SiGa è l’artista che vuole dare risposta ad ogni cosa trasmettendo a quel legno la forza ed il coraggio del voler e saper affermare le proprie idee mediante l’esternazione dei sentimenti e quindi di ciò che più profondamente vive dentro l’artista.
Con la mano ferma e lo sguardo fisso Silvio Galia “disegna” col fuoco immagini intrappolate dalla memoria nel tempo, forse quelle che più lo hanno reso felice o forse quelle che più lo hanno fatto soffrire o forse tutto è una sintesi di tutto ed ogni cosa ha un posto ed un significato che solo l’artista sa collocare.
E proprio da questo si evince che SiGa non è solo l’artista ma anche e soprattutto l’uomo che sa scendere nel particolare con la sua arte per tradurre l’essenza della consapevolezza umana.
E’ quindi, l’artista che trasmette oggi un messaggio reale del presente che diventa passato col correre dei giorni che vivono con lui gli attimi della realizzazione delle opere.
Ed ogni opera ha qualcosa da raccontare: gioia, serenità, sofferenza o forse tutto un’insieme così come quando lo stesso artista si racconta in qualche opera con il solo scopo di trasferire non solo l’emozione che scorre in sé ma l’emozione che vive in sé.
Prossimamente l’artista SiGa esporrà anche all’estero ma ha promesso che prima di oltrepassare i confini italiani presenterà in esclusiva a Reggio le proprie opere.

Vincenzo Malacrinò

tratto da "il Quotidiano della Calabria" 15 Maggio 2006